EPICONDILITE

Si tratta di una tendinopatia inserzionale dei muscoli estensori dell’avambraccio che s’inseriscono sull’epicondilo laterale omerale

 

Spesso è correlata con alcuni movimenti ripetitivi, attività lavorative e/o sportive (gomito del tennista).

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E’ caratterizzata da vivo dolore localizzato sul versante laterale del gomito che a volte s’irradia distalmente lungo l’avambraccio. Il dolore solitamente si accentua quando il paziente estende il polso o le dita contro la resistenza dell’esaminatore. Nei casi gravi il dolore è presente anche a riposo limitando ogni movimento del gomito.

E’ necessario far eseguire al paziente l’esame radiografico del gomito e l’ecografia dei tessuti molli ed articolare del gomito per verificare lo stato infiammatorio delle fibre muscolari che si inseriscono sull’epicondilo. A volte si richiede anche una EMG per lo studio del nervo interosseo posteriore se si sospetta la sua compressione aldi sotto del muscolo supinatore breve. La RMN, o artroRMN, per verificare la presenza del menisco omero-radiale.

 

Il trattamento nelle fasi iniziali consiste nel riposo articolare, ovvero astensione completa o riduzione delle attività che provocano il dolore, terapia medica antiinfiammatoria, ciclo di fisioterapia. Fascetta antibrachiali applicata, durante l’attività lavorativa o sportiva, sopra all’area dolorosa. Tutore notturno di posizione per il gomito e il polso. Per ciò che concerne le cure fisiche locali ottimi risultati si sono ottentui con la Tecar terapia e le onde d’urto focali locali, minori risultati con i Laser e la ionoforesi.

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Nei casi refrattari un’infiltrazione locale di cortisone può risolvere temporaneamente il dolore, ma è poi frequente la recidiva. Il trattamento chirurgico risulta necessario solo nel caso il dolore persista per lungo tempo (6-12 mesi) e sia insensibile alle cure fisiche locali.

Il trattamento chirurgico consiste nel distacco dei muscoli epicondiloidei associato a volte ad una artrotomia. L’intervento viene di solito eseguito in anestesia plessica e richiede al massimo un ricovero di 1 giorno.

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