Artrosi Dita Lunghe Mano

La mano viene colpita dall’artrosi in alcune sedi caratteristiche che sono, in ordine di frequenza, le articolazioni interfalangee distali, le articolazioni interfalangee prossimali e l’articolazione trapezio-metacarpale, alla base del pollice. Raramente vengono colpite le articolazioni metacarpofalangee o i polsi.

Eziologia. Viene definita comunemente osteoartrosi primaria perchè di solito non se ne individua la causa. A volte viene definita secondaria perchè risulta conseguente o a traumi o ad attività lavorative caratterizzate da gesti ripetuti o a infezioni articolari. L’artrosi può manifestarsi inoltre associata ad altre malattie reumatiche, spesso confuse con l’osteoartrosi primaria, come ad esempio l’artropatia psoriasica o l’artrite reumatoide.

Sintomi. I sintomi compaiono gradualmente e sono di solito lievi e non correlabili ai segni radiografici. Solo il 1O% della popolazione presenta sintomi come dolore, rigidità articolare e perdita di funzione di intensità tale da richiedere l’intervento del medico.

Esami strumentali. Esame radiografico della mano. Segni radiografici tipici dell’artrosi delle mani sono caratterizzati dal restringimento dello spazio articolare e dalla formazione di osteofiti o appuntimenti ossei. Tali segni possono riscontrarsi nell’8O% della popolazione oltre i 65 anni di età.

Trattamento. Il trattamento conservativo, oltre alla somministrazione occasionale di antinfiammatori, può comprendere infiltrazioni di cortico steroidi, cicli di fisioterapia come bagni di paraffina, ultrasuoni o ionoforesi e l’utilizzo di tutori di posizione da portare soprattutto durante le fasi acute dell’infiammazione. Solo in rari casi e per manifestazioni cliniche particolari si rende necessario l’intervento chirurgico.

Quadri particolari. L’osteoartrosi erosiva consiste nella variante infiammatoria acuta dell’osteoartrosi primaria e colpisce di solito le donne in menopausa pur potendo iniziare anche nella 3° e 4° decade. In questo caso le articolazioni più colpite, anche in modo asimmetrico, sono le interfalangee distali delle dita. L’esordio può essere anche molto doloroso a livello di una singola articolazione. L’osteoartrosi erosiva, a differenza dell’osteoartrosi primaria, determina una rapida e massiva distruzione della cartilagine articolare e dell’osso provocando, nell’arco di alcuni anni, marcate deviazioni assiali. La base dell’ultima falange delle dita appare di solito allargata e ballante causando una netta limitazione della prensione. Anche nell’osteoartrosi erosiva il trattamento nelle fasi iniziali è sintomatico e consiste nell’utilizzazione di piccoli tutori digitali nelle fasi acute dell’infiammazione. Quando il quadro di instabilità articolare limita la funzione globale della mano solo il trattamento chirurgico, basato di solito sull’artrodesi o “fusione” delle articolazioni colpite, può essere un trattamento utile.
In fase iniziale e solo a livello delle IFD può essere utile il trattamento con perforazioni che migliora la vascolarizzazione dell’elemento digitale.

I noduli di Eberdeen sono rigonfiamenti dolorosi situati sulla faccia dorsale delle articolazioni interfalangee distali delle dita . Sono il segno più evidente di artrosi della mano e si manifestano circa 10 volte più frequentemente nella donna che nell’uomo. Questi noduli si sviluppano inizialmente in modo graduale, senza dolore e di solito colpiscono un dito solo per volta. Alla fine tutte le dita possono presentare i noduli di Eberdeen e conferire alla mano un aspetto omogeneamente nodoso.
Raramente lo sviluppo dei noduli risulta più rapido con arrossamento e dolore in particolare dopo uso prolungato della mano. A volte la manifestazioni ed i sintomi sono così acuti da simulare un’infezione. Di solito dopo alcuni mesi il rossore e la tumefazione, recedono spontaneamente, lasciando al di sopra della faccia dorsale di queste piccole articolazioni una callosità ispessita e non dolorosa. Il rigonfiamento articolare risulta causato da un ispessimento dei tessuti molli oltre che da una proliferazione di cartilagine a livello dell’inserzione ossea della capsula, dei legamenti e dei tendini. Questo allargamento progressivo della articolazione può arrivare a determinare una deviazione laterale o in flessione della falange distale.
Raramente è indicato un trattamento chirurgico. Solo le articolazioni dolorose e marcatamente deviate giustificano il trattamento chirurgico che consiste nell’artrodesi ovvero nella “fusione” articolare che ripristina la stabilità necessaria ad una buona presa.
Le cisti mucose o mucoidi sono formazioni per lo più associate all’artrosi delle articolazioni interfalangee distali delle dita o del pollice. Sono piccole cisti peduncolate che contengono liquido sinoviale e si sviluppano tra l’articolazione e la base dell’unghia.
Si ritiene che queste cisti siano sempre associate ad un osteofita dorsale.
Le cisti risultano di consistenza dura alla palpazione e a causa del loro progressivo aumento di volume la cute che le ricopre può diventare molto sottile, quasi trasparente.
Lasciate in sede possono determinare una distrofia dell’unghia che è di solito una delle cause che spingono il paziente dal medico. Un altro problema consiste nel fatto che la cute che ricopre la cisti può diventare sempre più sottile con il rischio di ulcerarsi determinando un’infezione dell’articolazione. Nel caso di cisti mucoide in evoluzione, soprattutto se molto dolorosa, il trattamento chirurgico di escissione della cisti con il suo peduncolo e con il piccolo osteofita è sicuramente il trattamento ideale. I noduli di Bouchard rappresentano la manifestazione clinica dell’artrosi a livello delle articolazioni interfalangee prossimali. L’esordio è molto lento e caratterizzato solitamente da dolenzia articolare ai movimenti e da rigidità mattutina. Nelle fasi iniziali l’esame radiografico non mostra alcun interessamento articolare ed il trattamento deve essere sintomatico e comprendere farmaci antiinfiammatori e tutori di posizione in particolare nelle fasi più acute dell’infiammazione sinoviale. Con il passare del tempo però la formazione di osteofiti ai margini dell’articolazione conferisce al dito un aspetto fusiforme con le tipiche nodosità laterali chiamate appunto noduli di Bouchard. Nei casi più avanzati si può arrivare alla deviazione dell’asse del dito colpito, di solito in direzione ulnare a causa della direzione della forza applicata su ogni dito durante la prensione con il pollice.
Spesso i noduli di Heberden e i noduli di Bouchard coesistono in più dita della stessa mano causando comunque un impedimento funzionale inferiore a quello che ci si potrebbe aspettare dall’aspetto radiografico. Nelle fasi avanzate, caratterizzate oltre che dalla deviazione assiale del dito anche da limitazione del movimento e soprattutto da dolore, il trattamento è chirurgico e consiste anche qui nell’artrodesi dell’articolazione colpita.

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