Si tratta della sindrome compressiva da intrappolamento del nervo femoro-cutaneo laterale della coscia a livello del canale osteofibroso all’anca. Tale spazio anatomico è delimitato dalla spina iliaca antero superiore all’esterno, dal muscolo psoas all’interno, dall’arcata crurale in alto e dal muscolo iliaco in basso. Può dipendere da lesioni traumatizzanti la regione inguinale con compressione a livello del canale crurale da cicatrizzazione sottocutanea, da compressione sulle radici L2-L3 estrinseca da neoformazioni sottocutanee tipo lipomi oppure voluminose ernie crurali oppure da compressione da tutori o corsetti ortopedici con punto di appoggio a tale livello.
Vi possono essere anche delle forme idiopatiche in genere associate con obesità, ascite, distiroidismi e sarcoidosi.
Clinicamente caratterizzata da disestesie sulla superficie anteroesterna della coscia associate a dolore locale esacerbato dalla palpazione locale, dalla extrarotazione di anca e dai movimenti della gamba. Sempre presente un vivace segno di Tinel alla digitopressione sul decorso anatomico del nervo.
Alla ipodisestesia si possono associare in fase avanzata contratture muscolari locali, riflessi pilomotori e variazioni del colorito cutanee anche in relazione a stimolazioni locali.
La diagnosi viene posta con esame elettromiografico mirato e con esame ecografico con sonda dedicata, utile sempre anche una valutazione della parete addominale da parte del chirurgo generale.
L’intervento di rimozione dei fattori scatenanti esterni è risolutivo della patologia, nelle forme idiopatiche la neurolisi esterna fa regredire la sintomatologia.
Le alternative alla chirurgia vedono anche in questo caso i fattori neurotrofici, vitamine gruppo B e le eventuali infiltrazioni locali corticosteroidee.