Il nervo radiale a causa della sua disposizione anatomica può essere compresso a vari livelli lungo il suo decorso.
Tale nervo origina dalle radici C6-C7 ed in misura minore C8, decorre all’interno del plesso brachiale ed in seguito esce dall’ascella in corrispondenza dell’angolo postero-laterale e si dirige in basso, lateralmente ed indietro insinuandosi nella doccia di torsione dell’omero, che percorre per tutta la sua lunghezza fino a giungere alla piega del gomito.
Al gomito il nervo radiale percorre un tunnel che inizia prossimalmente a livello della doccia bicipitale esterna, dove è disposto medialmente al muscolo brachioradiale, più in basso, subito sopra la linea articolare del gomito si divide in un ramo sensitivo superficiale e nel ramo motore profondo detto nervo interosseo posteriore, che si trova subito al davanti del condilo omerale.
L’interosseo posteriore s’impegna poi profondamente al muscolo estensore radiale breve del carpo, dirigendosi verso il canale supinatorio.
La sede di più frequente compressione è a livello del gomito, terzo prossimale dell’avambraccio, nel cosiddetto tunnel radiale, come descritto da Lister nel 1977.
In questo tunnel si può avere una compressione a livello del tratto superiore, come ad esempio nel caso in cui il connettivo lasso che avvolge il nervo interosseo posteriore per azione di microtraumatismi subisce la trasformazione in connettivo fibroso oppure nel caso in cui vi sia la presenza di tralci fibrosi a livello del muscolo brachioradiale, scarsamente estensibile e quindi causante azione compressiva diretta.
A livello del tratto medio, ad esempio per un margine fibrotico ed ispessito del muscolo estensore breve del carpo che comprime il nervo interosseo posteriore.
Infine vi può essere una compressione a livello del tratto inferiore del tunnel a livello dell’arcata di Frohse, che corrisponde al margine fibroso prossimale del muscolo supinatore breve, qualora essa abbia subito un ispessimento a causa d’attività lavorativa con movimenti ripetitivi di prono-supinazione o sia sede di microtraumatismi da lavoro o da sport ripetuti.
Oltre alle cause di compressione a livello del tunnel radiale già citate ricordiamo anche eziologie traumatiche come le lussazioni del gomito o le fratture del radio, la possibilità di compressione causata da sinoviti infiammatorie e la possibile presenza di anomalie vascolari come aneurismi dell’arteria radiale o vasi ricorrenti radiali anomali e di patologie espansive come lipomi intramuscolari e gangli artrogeni.
La clinica è caratterizzata da dolore, diurno e notturno, talora con riacutizzazioni, a livello della regione estensoria dell’avambraccio subito sotto al gomito, nella regione epicondiloidea spesso irradiato al polso, e da limitazione funzionale con diminuzione della forza di estensione delle metacarpo-falangee e dell’abduzione estensione del pollice e della supinazione della mano, nei casi avanzati si può giungere ad un quadro simil paretico dei muscoli estensori comuni e propri delle dita e dell’estensore ulnare del carpo.
All’esame clinico si possono apprezzare un dolore evocato con Tinel positivo alla compressione sul canale supinatorio distalmente al capitello radiale, un dolore evocato dalla supinazione contro resistenza a gomito esteso ed un dolore evocato dalla pronazione passiva forzata dell’avambraccio sempre a gomito esteso.
Inoltre si può ricercare la presenza del segno di Roles caratterizzato da dolore sul comparto esterno del gomito all’estensione contro resistenza del terzo dito.
Nella valutazione della forza si possono evidenziare progressivi deficit di forza nell’abduzione radiale ed estensione del pollice, nell’estensione delle dita all’articolazione metacarpo-falangea, nell’estensione del polso in deviazione radiale, deficit dell’estensore proprio del V° e del II° dito.
La paralisi completa e di vecchia data è caratterizzata da atteggiamento dell’avambraccio in semiflessione e semipronazione, con mano cadente, dita flesse e pollice addotto.
La sindrome del tunnel radiale va posta in diagnosi differenziale con le epicondiloalgie, con le tendinopatie inserzionali, con le polineuropatie dismetaboliche e con l’eventuale presenza di lipomi o neoformazioni causanti compressione sul nervo.
Vanno inoltre escluse la siringomielia, la sclerosi laterale amiotrofica e le cervicobrachialgia da radicolopatie C6-C7.
Va infine considerata la possibilità di una sindrome compressiva del nervo radiale più prossimale a livello dell’ascella e della doccia di torsione dell’omero, ed una più distale a livello del polso. Nel primo caso si ha un coinvolgimento più marcatamente motorio e già in fase iniziale con paralisi muscolare del tricipite e dell’estensione del carpo, invece la compressione più distale, cioè a livello del ramo terminale sensitivo cutaneo all’interno del primo spazio interosseo dorsale, cioè nel canale di De Quervain, tale compressione causa la cosiddetta Sindrome di Wartemberg, sindrome molto rara e caratterizzata in particolare dai disturbi parestesici e dolorosi.
La diagnosi è sempre suffragata da esami elettromiografici ed elettroneurografici. E’ utile eseguire sempre anche una radiografia del gomito e dell’avambraccio, ed eventualmente un’ecografia articolare del gomito e dei tessuti molli dell’avambraccio per porre una corretta diagnosi differenziale.
Esclusivamente nelle fasi iniziali, con sintomatologia esclusivamente dolorosa, si può adottare un trattamento medico, che consiste nella sospensione delle attività manuali, nel riposo da attività lavorative, nell’uso di terapie fisiche locali come ionoforesi ed ultrasuoni, nella terapia medica locale con cortisonici o salicilati oppure nella terapia medica sistemica con FANS e neurotrofici, ed infine nell’utilizzo di ortesi, in casi particolari.
Nella maggioranza dei casi il trattamento è invece esclusivamente chirurgico è consiste nella decompressione del nervo a livello delle sedi di compressione con associata asportazione delle strutture anatomiche patologiche ed apertura del tunnel radiale a livello dell’arcata di Frohse, se interessata, e neurolisi esterna del nervo radiale in tutti i casi.